Nel 2100 però Piazza San Marco potrebbe essere perennemente sommersa
Venezia è una delle mete turistiche più ambite d’Italia. È anche una delle città più fragili del mondo perché dipende interamente dall’acqua proveniente da fonti esterne.
La laguna che collega Venezia al mare subisce da anni uno squilibrio ambientale dovuto alle attività umane e quest’anno si aggiunge l’allarme siccità.
La laguna vive da molti mesi una siccità grave, con scarse precipitazioni, alta pressione e temperature elevate. Anche il cambiamento climatico ha contribuito a questo problema poiché ha portato a delle secche e basse maree al di fuori del solito periodo di gennaio.
La stessa siccità sta svuotando un fiume come il Po’ e seccando ampie zone della Pianura Padana. In alcune zone del Piemonte si è già passati al razionamento dell’acqua. In questi giorni in Veneto si stanno prendendo provvedimenti per la dichiarazione dello stato di Emergenza per Siccità.
Nel caso di Venezia alla siccità di questa stagione si uniscono fattori come lo scavo intensivo della laguna per la creazione di canali per le grandi navi, come il Canale dei Petroli di Marghera, i lavori per la realizzazione del MOSE e l’innalzamento sempre più frequente delle sue paratie.
Nel complesso poco si sta facendo per salvare la laguna ed il suo delicato ecosistema, serve un piano per mettere al sicuro la laguna quanto prima. Venezia infatti rischia di avere Piazza San Marco perennemente allagata, è la previsione per il 2100 del progetto europeo “Savemedcoasts-2” dell’Invg. L’isola di Sant’Erasmo rischia di essere completamente sommersa.
Nel 2100 infatti il livello medio del mare a Venezia potrebbe salire di 72 centimetri: ciò significa che piazza San Marco potrebbe essere quasi perennemente allagata in assenza del Mose. Le paratie dovranno dunque alzarsi sempre più spesso, anche per proteggere la laguna, contribuendo a sbilanciare ancora di più il fragile equilibrio dell’ecosistema.
Ci sono tuttavia scenari sono ancora più foschi: l’isola di Sant’Erasmo, per esempio, rischia di essere completamente sommersa secondo i risultati del progetto europeo Savemedcoasts-2, presentati presso la sala conferenze dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) che coordina il consorzio di ricerca.
Secondo uno studio dell’Università Ca’ Foscari serve urgentemente un piano contenente un portafoglio di diverse misure per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e aumentare la sicurezza idrica a Venezia dell’80% entro il 2040.
In mancanza di misure correttive, la città potrebbe passare da ondate di siccità come quelle odierne a moti mareali eccezionali come quello accaduto con “l’Acqua Granda”.