In Brasile si teme il colpo di stato

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Bolsonaro dice che potrebbe non accettare il risultato delle elezioni e si teme per un colpo di stato. Nel frattempo cresce la tensione, tra omicidi e scandali.
Bolsonaro

Il presidente Bolsonaro dice che potrebbe non accettare il risultato delle elezioni e si teme per un colpo di stato. Nel frattempo cresce la tensione, tra violenze, omicidi e scandali.

Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, al termine del suo primo mandato, non sembrerebbe essere favorito per una riconferma. Il suo avversario Luiz Inácio da Silva, noto più semplicemente come Lula e già presidente dal 2003 al 2011, secondo i sondaggi conterebbe su un sostegno popolare più solido.

Le elezioni si terranno il prossimo autunno, nella giornata del 2 ottobre, con eventuale ballottaggio previsto per il 30 dello stesso mese. Questa tornata elettorale arriva dopo una legislatura particolarmente complessa e tesa, ricca di scandali e prese di posizione forti da parte del presidente brasiliano.

L’elezione di Bolsonaro nell’autunno del 2018 fu l’esito di una campagna elettorale fortemente conflittuale. Essa avvenne dopo l’impeachment dell’allora presidente Dilma Roussef e fu caratterizzata dall’accoltellamento dello stesso Bolsonaro nel corso di un comizio.

Quella campagna elettorale inoltre si inserì in un contesto politico internazionale fortemente destablizzato. L’asse populista, autoritario e conservatore di destra – di cui Bolsonaro rappresentava la ramificazione sudamericana in connessione con Trump negli USA e Salvini, Le Pen e Orban in Europa – sembrava a quell’epoca essere pronto a dominare il mondo.

bolsonaro accoltellato
Jair Bolsonaro, sorretto dai suoi sostenitori dopo essere stato accoltellato nella campagna elettorale del 2018

La campagna elettorale del 2022

A distanza di quattro anni molte cose sono cambiate: Trump non risiede più alla Casa Bianca, Marine Le Pen è uscita fortemente ridimensionata dalle elezioni in Francia e Salvini è stato relegato in un ruolo sempre meno centrale nella corrente legislatura italiana. Ma, come testimoniato dall’assalto al Campidoglio americano del 6 gennaio 2021 e ribadito dalla commissione d’inchiesta su quei fatti, la spinta anti-democratica si è solo affievolita e non è scomparsa.

Proprio ricordando gli avvenimenti di Washington Edson Fachin, capo della corte elettorale brasiliana, si è detto preoccupato dal fatto che il Brasile potrebbe “sperimentare un episodio ancora più grave dell’attacco del 6 gennaio 2021 al Campidoglio americano”.

Le parole di Fachin arrivano dopo che Bolsonaro ha messo in dubbio il sistema di voto arrivando a minacciare di respingere un esito sfavorevole alle elezioni. Secondo il presidente in carica, infatti, il sistema elettronico in uso dal 1996 è “vulnerabile” e potrebbe falsare i risultati.

Queste dichiarazioni sono state rilasciate in un incontro con i diplomatici stranieri avvenuto nel palazzo presidenziale a Brasilia, la capitale federale della nazione sudamericana. La corte elettorale ha pubblicato 20 confutazioni alle dichiarazioni di Bolsonaro, a dimostrare la validità delle procedure democratiche.

La corte elettorale, all’inizio di quest’anno, ha creato una commissione per la trasparenza con i rappresentanti di diverse istituzioni pubbliche, compreso l’esercito, per garantire maggiore sicurezza al processo di voto. I leader militari hanno ampiamente affermato che le forze armate rispetteranno qualsiasi risultato elettorale.

In brasile si teme il colpo di stato
Bolsonaro circondato da militari a Paudalho, Brasile – Rafael Vieira/Ap

Tuttavia, alcuni funzionari militari hanno fatto eco ai commenti di Bolsonaro sulle potenziali debolezze del sistema di voto brasiliano. “Evidentemente, non accetteremo questo tipo di circostanze. Collaborazione sì, intervento mai”, ha precisato Fachin.

Un governante radicale e autoritario

L’attacco di Bolsonaro non arriva a sorpresa ma fa parte di una svolta autoritaria che il leader del Partito Liberale ha tentato di imprimere allo stato brasiliano fin dalla sua elezione.

L’ascesa politica di Bolsonaro, deputato di lungo corso, fu contrassegnata da posizioni radicali e reazionarie sui temi delle armi ai civili, della pena di morte, dell’aborto, del ruolo sociale delle donne e degli omosessuali.

Una volta eletto il presidente brasiliano ha da subito incominciato un attacco verso gli organi costituzionali come la magistratura e la corte elettorale. I suoi ripetuti tentativi di cambiare le procedure di voto e gli equilibri costituzionali sono però falliti ogni volta.

Anche questa campagna elettorale, che lo vede impegnato in un confronto con l’ex presidente Lula, è stata ricca di tensioni crescenti, e le recenti dichiarazioni di Bolsonaro non fanno presagire niente di buono.

Proprio qualche giorno dopo l’incontro con i diplomatici avvenuto al palazzo Planalto il tesoriere del Partito dei Lavoratori è stato ucciso durante la sua festa di compleanno a Foz de Iguaçu da un sostenitore di Bolsonaro.

Cresce la tensione in vista delle elezioni brasiliane.
Il presidente del Partito dei Lavoratori Gleisi Hoffmann porge l’ultimo saluto a Marcelo Arruda, ucciso durante la sua festa di compleanno da un sostenitore di Bolsonaro, durante la veglia funebre del 10 luglio 2022.

Lula ha mostrato il proprio cordoglio per la morte del suo compagno di partito, e ha auspicato “dialogo, tolleranza e pace”. Bolsonaro, dal canto suo, ha precisato di non desiderare violenza ma ha contemporaneamente soffiato sul fuoco già ardente, postando una serie di tweet che attaccavano la sinistra brasiliana per la sua “innegabile storia di episodi violenti”.

La tensione cresce

L’attacco di Foz de Iguaçu è avvenuto solo due giorni dopo che un altro sostenitore di Bolsonaro aveva lanciato un rozzo ordigno artigianale contenente feci sulla folla durante un comizio della campagna di Lula a Rio de Janeiro. In un altro incidente, avvenuto nello stato di Minas Gerais tre settimane prima, un drone ha sganciato del liquame grezzo su un raduno di sostenitori di Lula.

Inoltre, la governance di Bolsonaro è stata coinvolta in numerosi scandali ed è accusata di giocare un ruolo attivo nel favorire i crimini ambientali con i quali si deforestano illegalmente ampie aree della foresta amazzonica per poi investire in estrazioni minerarie. Secondo alcune ricostruzioni la responsabilità degli omicidi di Dom Phillips e Bruno Pereira,un giornalista britannico e un rappresentante indigeno, sarebbe in parte da imputare alle decisioni politiche e all’atteggiamento aggressivo del presidente brasiliano.

L’attacco alle istituzioni brasiliane, le connivenze con le organizzazioni criminali responsabili della deforestazione massiva, l’ostilità verso la stampa, i continui riferimenti storici alla dittatura dei militari, l’intolleranza e la discriminazione razziale, la sindrome di accerchiamento e il malcelato supporto verso i gesti violenti dei suoi sostenitori compongono un clima di tensione in rapida ascesa. In Brasile si teme un escalation che rompa definitivamente la pace sociale, già storicamente in bilico, e porti ad un colpo di stato.

Alessandro Luciano

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