London Bridge, Spring Tide, Unicorn, i nomi in codice per la morte della regina Elisabetta

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Il protocollo London Bridge

All’estero la monarchia britannica è spesso percepita come una fonte di intrattenimento e di gossip, una specie di soap opera ultra-decennale: e le vicende di Carlo e Diana prima, di Harry e Meghan poi, hanno alimentato questa narrativa. E se è vero che anche i sudditi si divertono, per loro è ben altro: Elisabetta è l’architrave della nazione, la pietra angolare su cui si regge l’intero edificio costituzionale, sociale e morale.

In Gran Bretagna non si giura fedeltà a un’idea astratta, che sia la Costituzione, la bandiera o il Paese: si giura fedeltà a una persona in carne ossa, a lei, alla regina. Che per 70 anni ha tenuto assieme la nazione e ha assicurato la stabilità nel cambiamento: sotto il suo regno la Gran Bretagna è passata dall’essere un impero bianco e classista a un posto dove un ministro su 4 nel governo è nero o asiatico e dove nella capitale, Londra, oltre il 40 per cento della popolazione non è bianca. Una rivoluzione avvenuta senza scosse perché a garantirla c’era lei, costante e imperturbabile.

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L’attesa davanti Buckingham Palace

Spring Tide e Unicorn

Se avete visto The Crown saprete che nel caso in cui Elisabetta morisse è pronto un protocollo da seguire accuratamente, il celebre protocollo London Bridge, che gestisce le fasi dell’annuncio della sua morte, parallelamente si attiverebbe anche il piano Spring Tide, “marea di primavera”. Estremamente dettagliato, consiste nelle procedure per far diventare re il Principe Carlo. Il ministero della Difesa organizzerà il saluto ufficiale coi cannoni e saranno proclamati due minuti di silenzio in tutto il Paese per ricordare la sovrana, mentre Carlo verrà nominato Re immediatamente col nome di Carlo III anche se potrebbe decidere di adottare il suo secondo nome. In questo caso diventerebbe Giorgio VIII. L’incoronazione ufficiale si terrà qualche mese dopo la morte della Regina, e ovviamente cambierà anche l’inno nazionale che non sarà più God save the Queen ma God save the King. I nuovi francobolli e le banconote porteranno l’effigie del nuovo monarca.

Se la Regina morisse a Balmoral, la sua residenza in Scozia, dove ora si trova, si procederà con il rituale scozzese, con l’Operazione ribattezzata «Unicorno»: prevede l’immediata sospensione dei lavori al Parlamento scozzese, per permettere alle autorità di prepararsi al funerale di Stato. Il parlamento, il vicino palazzo di Holyroodhouse e la cattedrale di St. Giles saranno al centro degli eventi, che porteranno a Edimburgo centinaia di migliaia di persone, fra pubblico e stampa.

La camera ardente sarà a Holyroodhouse e la bara sarà successivamente portata nella cattedrale seguendo il percorso dell’antica via Royal Mile, nel cuore di Edimburgo. La bara della sovrana verrà poi trasportata a Londra a bordo del Royal Train.

Il futuro della monarchia Inglese

Carlo diventerà il nuovo Re tuttavia ci sono diversi dubbi su cosa possa significare il suo regno, in pochi credono sarà lungo, il principe ereditario (il più anziano della storia inglese) ha dato spesso da capire quale sia la sua idea di Monarchia, vorrebbe essere un Re al passo con i tempi e più interventista nella vita pubblica del paese.

Nonostante la figura di garanzia di William per il futuro, i recenti scandali ed il gossip sulla famiglia reale potrebbero portare in un Regno sempre meno Unito dove l’inflazione viaggia a doppia cifra alla possibilità di un cambio di regime dopo oltre mille anni. Per questo motivo il passaggio di consegne da Carlo a Elisabetta rischia di essere il momento più delicato della storia della Monarchia Inglese.

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