L’India sotto il governo di Modi: una deriva autoritaria per le minoranze religiose?

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La più grande democrazia del mondo per popolazione rischia di diventare un’autocrazia?

La deriva autoritaria dell’India negli ultimi anni è un fenomeno che ha suscitato preoccupazione a livello internazionale. Il premier indiano, Narendra Modi, è stato eletto nel 2014 con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico e la crescita del paese, ma il suo governo è stato accusato di attuare politiche e misure che minacciano i diritti dei mussulmani e di altre minoranze religiose.

Chi è Narendra Modi

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AI Artwork con Midjourney

Modi è membro del Bharatiya Janata Party (BJP), un partito nazionalista hindū che promuove un’agenda nazionalista e conservatrice. Prima di diventare premier, Modi ha ricoperto il ruolo di chief minister (governatore) dello stato indiano del Gujarat, dove è stato accusato di non aver fatto abbastanza per fermare la violenza contro i mussulmani durante un episodio di scontri interreligiosi nel 2002.

Le misure restrittive e autoritarie

Dal suo insediamento nel 2014, il governo di Modi ha adottato una serie di misure che hanno suscitato preoccupazione tra gli osservatori dei diritti umani. Nel 2017, il governo ha introdotto una legge che rende più difficile per i rifugiati di altre religioni ottenere la cittadinanza indiana, una misura che è stata vista come discriminatoria nei confronti dei mussulmani.

Inoltre, il governo di Modi ha adottato una serie di leggi sulla violenza domestica che hanno suscitato preoccupazione perché potrebbero essere utilizzate per perseguitare le minoranze religiose. Inoltre, il governo ha implementato una serie di restrizioni sulla libertà di espressione e di associazione, che hanno portato a un aumento della censura e della repressione delle voci dissidenti.

La situazione è stata ulteriormente aggravata dalla recente introduzione della legge sulla cittadinanza, nota come Citizenship Amendment Act (CAA), che ha suscitato proteste di massa in tutto il paese. La CAA concede la cittadinanza indiana ai rifugiati di religioni minoritarie, tranne che per i mussulmani, che sono stati esclusi. La legge è stata vista come discriminatoria nei confronti dei mussulmani e ha sollevato preoccupazioni per il potenziale impatto sulla coesione sociale e sulla stabilità del paese.

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Il Premier Indiano Modi – Flickr

Inoltre, il governo di Modi ha adottato una serie di misure per rafforzare il controllo delle autorità sui media e sui social media, comprese le leggi sulla diffusione delle notizie false e sulla diffamazione, che sono state utilizzate per reprimere le voci critiche. Inoltre, il governo ha adottato una serie di misure per limitare l’accesso dei mussulmani ai servizi pubblici, come l’educazione e il lavoro, e ha promosso una narrazione nazionalista hindū che esclude e discrimina le minoranze religiose.

Inoltre, il governo di Modi ha adottato una serie di misure per limitare la libertà di stampa e di espressione, comprese le restrizioni sulla copertura dei media e l’arresto di giornalisti e attivisti critici. Inoltre, il governo ha adottato una serie di misure per limitare l’accesso dei mussulmani ai servizi pubblici, come l’educazione e il lavoro, e ha promosso una narrazione nazionalista hindū che esclude e discrimina le minoranze religiose.


Un paese in bilico

In conclusione, l’India di oggi si trova in una posizione difficile a livello internazionale, con una deriva autoritaria che minaccia i diritti delle minoranze religiose e mette a rischio la stabilità del paese. Il premier indiano, Narendra Modi, è stato eletto nel 2014 con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico e la crescita del paese, ma il suo governo è stato accusato di attuare politiche e misure discriminatorie nei confronti dei mussulmani e di altre minoranze religiose.

Inoltre, il governo di Modi ha adottato una serie di misure restrittive per limitare la libertà di stampa e di espressione, comprese le restrizioni sulla copertura dei media e l’arresto di giornalisti e attivisti critici. Tutto ciò ha portato a un aumento delle tensioni interne e dei conflitti interreligiosi, e ha suscitato preoccupazione a livello internazionale per la stabilità del paese.

Il comportamento di Modi è stato spesso descritto come camaleontico, con il premier che cambia posizione a seconda delle convenienze e degli obiettivi a breve termine. Tuttavia, è importante che l’India rimanga fedele ai valori democratici e che protegga i diritti delle minoranze religiose, per garantire la pace e la stabilità a lungo termine. Solo attraverso il rispetto dei diritti umani e della democrazia sarà possibile garantire un futuro prospero per tutti gli indiani.

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