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il caso

Nel Tamigi, un tempo biologicamente morto, ora ci sono gli squali

Francesco Stati

Nel fiume che attraversa Londra si rivedono anche cavallucci marini e foche. A testimoniarlo, un'indagine della Zsl

Sessant’anni fa, il Tamigi era biologicamente morto. Oggi ci sono gli squali velenosi. Non solo: il fiume londinese è tornato a ospitare anche altre specie ittiche – cavallucci marini, anguille e foche – secondo l’analisi del corso d’acqua effettuata dalla Zoological Society of London (Zsl). Tutto grazie agli sforzi degli scienziati britannici per ripristinare la biodiversità del fiume, che grazie alla sua elevata salinità può ospitare molte specie tipiche dei mari.

Il censimento più recente sul Tamigi ha rilevato circa novecento foche portuali e più di tremila foche grigie. Numeri in aumento rispetto alla prima rilevazione, quella del 2003, che ha interessato soprattutto l'estuario del fiume. Stando al report, la foce ospita 115 diverse specie di pesci, 92 specie di uccelli e 600 ettari di palude marina: un habitat cruciale per moltissimi animali selvatici. Fra le specie che lo abitano, inoltre, anche squali come il galeo, che può raggiungere i due metri di lunghezza e vivere fino a 50 anni, il palombo stellato e il velenoso spurdog (comunemente noto come spinarolo). La loro presenza, in aumento, è possibile grazie al miglioramento della qualità dell’acqua all’estuario, habitat ideale per la loro riproduzione.

Una buona notizia, nonostante il cambiamento climatico e lo stato di forte inquinamento che interessa il Tamigi a causa delle microplastiche, del deflusso industriale e degli scarichi fognari. In particolare, le plastiche ricoprono il fiume soprattutto nel tratto che si estende da Teddington a Shoeburyness. Oltre a migliaia di bottiglie, destano forte preoccupazione anche le salviettine umidificate: nella zona di Barnes, un cumulo presente già dal 2014 è arrivato a quasi un metro e mezzo di altezza e si estende per un’area di un kilometro quadrato.

Si legge nel rapporto: “Questi prodotti, molti dei quali contengono plastica, stanno alterando fisicamente le rive del fiume, creando cumuli di sedimento”. La densità delle microplastiche è pari a 19,5 per metro cubo e ne scorrono per il fiume fino a 94mila pezzetti al secondo. La chiave per il futuro è migliorare la depurazione delle acque di scarico: entro il 2025 sarà pronta la Thames Tideway, la nuova “super fognatura di Londra”, un tunnel da 3,9 miliardi di sterline che depurerà oltre il 95 per cento degli scarichi inquinati.

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