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il fisco che verrà

La legge delega spiegata dal ministro Daniele Franco

Francesco Stati

“L’Imu andrà ai comuni, presto una riforma di imposte e riscossione”. Il titolare del Mef delinea l’azione della riforma del sistema fiscale. Obiettivi: recuperare l’evasione e semplificare la vita di cittadini e imprese

Al termine dell’intervento del presidente del Consiglio, Mario Draghi, martedì in conferenza stampa, ha preso parola il ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, per spiegare i dieci punti cardine della legge-delega sulla revisione del sistema fiscale approvata dal Consiglio dei ministri (riunito senza gli esponenti della Lega). “Il documento di sintesi è il punto di partenza di questa delega. Ringrazio il Parlamento per il suo lavoro di ricognizione. Oggi, in Cdm, si è discusso di una legge delega con cui il governo chiede l’autorizzazione alle Camere, per i prossimi 18 mesi, di emanare uno o più decreti delegati”, ha detto il ministro. “Ora, abbiamo una riflessione estesa sul nostro sistema fiscale sulla base delle indicazioni fornite dai parlamentari. I pilastri fondamentali, quali l’Irpef e l’Iva, restano, ma verranno opportunamente riconsiderati. È un’opportunità per muoversi verso un sistema che sarà più efficiente e meno distorsivo”.

La delega ha dieci articoli, cardini del lavoro dell’esecutivo: “Il primo fissa gli aspetti procedurali e stabilisce i principi del lavoro dei prossimi 18 mesi: l’obiettivo è stimolare la crescita economica attraverso una maggiore efficienza della struttura del sistema delle imposte e una riduzione del carico fiscale sui fattori della produzione. La nostra pressione fiscale è relativamente elevata: prima del Covid-19, nel 2019, era di due punti superiore alla media dell’area Euro e di vari punti rispetto ai paesi Ocse”. Il secondo principio è “la razionalizzazione e la semplificazione del sistema fiscale attraverso la riduzione degli adempimenti richiesti ai contribuenti e l’eliminazione dei micro tributi. Abbiamo un sistema complesso, che può determinare incertezza. Il terzo criterio è la progressività del sistema, che deve restare per ragioni di equità (come previsto dall’art. 53 della Costituzione)”. 

Quarto punto, un problema atavico: “Il contrasto a elusione ed evasione fiscale, un tema non nuovo nel nostro paese. La differenza tra gettito teorico ed effettivo è stimata in circa 100 miliardi ogni anno. Vanno limitati anche i fenomeni di concorrenza fiscale sleale”. Il quinto elemento riguarda l’imposta sui redditi personali, il cui cardine è l'Irpef: “Ci si muoverà verso completamento del sistema duale - continua Franco - che prevede la distinzione tra una tassazione proporzionale uniforme per i redditi personali riconducibili all'impiego di capitale e una progressiva per gli altri redditi personali, in particolare quelli da lavoro. Per i redditi da capitale è prevista una tassazione proporzionale che, in futuro, dovrà muoversi verso un'unica aliquota, mentre per i redditi da lavoro si prevede una graduale riduzione delle aliquote effettive, sia medie che marginali (l’obiettivo è ridurre il cuneo fiscale sul lavoro, che in Italia è relativamente elevato rispetto ai paesi europei e Ocse)”. Altro obiettivo è la revisione delle deduzioni dalle base imponibili e delle detrazioni da imposte, da valutare a una a una in base a criteri di efficienza ed equità e da razionalizzare “dopo anni di aggiunte progressive”, senza necessariamente eliminarle; previsto anche l’intervento sulla tassazione del reddito di impresa, con l’idea di arrivare alla riduzione degli adempimenti dell’IRES (avvicinando i valori civilistici e quelli fiscali). 

Iva e imposte indirette, stando a quanto dichiarato dal ministro, andranno “razionalizzate e ripensate per semplificare la gestione del tributo e ridurre l'evasione, che sull’Iva è stimata in oltre 30 miliardi all'anno”. Per il complesso delle imposte indirette, accise incluse, “si prevede di renderlo coerente con Green deal europeo e la lotta al cambiamento climatico”. Annunciato inoltre il graduale superamento dell’IRAP attraverso il suo assorbimento in altre imposte o reperendo altre coperture per sostituirlo. “Sul catasto - ha aggiunto rispetto alle parole di Draghi - un comma prevede il potenziamento degli strumenti in capo ai comuni e all’Agenzia dell’entrate per censire correttamente gli immobili attualmente non ben accatastati o abusivi”. Si pensa anche di sostituire le imposte comunali e regionali addizionali all’Irpef con sovra imposte, per semplificare la gestione.

Poi, l’annuncio di una misura di grande impatto: “L’Imu relativa agli immobili affluirà gradualmente ai comuni piuttosto che allo stato, fino alla sua totalità”. Prevista anche una riforma del sistema della riscossione che riconduca quest’ultima dentro l’Agenzia delle entrate, oltre a nuove forme organizzative e di interoperabilità dei sistemi statistici. Infine, annunciata la ricodificazione delle norme tributarie, che saranno riordinate in codici “per semplificare la vita e l’attività dei contribuenti, sia persone fisiche che imprese”. Ogni intervento che prevede la riduzione del gettito, ha precisato Franco, sarà possibile solo una volta che le relative coperture finanziarie verranno individuate.

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