Roberto Monaldo / LaPresse 

La nuova normativa

La legge sulla parità salariale è stata approvata alla Camera

Francesco Stati

Una misura per contrastare le discriminazioni di genere sul lavoro e il gender pay gap. La promotrice Gribaudo (Pd): "Ora votiamola in via definita al Senato"

È stata approvata all’unanimità (393 voti favorevoli, nessun contrario) dalla Camera dei deputati la proposta di legge unificata per favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e incentivare la parità retributiva tra i sessi, per contrastare il gender pay gap. La legge è stata proposta da Chiara Gribaudo, deputata del Partito democratico e responsabile Giovani del Nazareno. Il provvedimento, che interviene sul Codice delle pari opportunità, andrà ora esaminato dal Senato.

Tra le novità previste dalla legge, si segnala l’allargamento dell’obbligo di redazione del rapporto sulla situazione del personale alle aziende (pubbliche e private) con più di 50 dipendenti (anziché più di 100, come attualmente previsto) con, in più, l’introduzione di ulteriori strumenti per favorire la conciliazione dei tempi di vita privata e di lavoro, oltre che un sistema di certificazione della parità di genere. Vengono inoltre introdotti tra le fattispecie che danno luogo a discriminazione indiretta anche gli atti di natura organizzativa o incidenti sull’orario di lavoro che mettono o possono mettere lavoratori o lavoratrici in una posizione di particolare svantaggio rispetto a lavoratori dell’altro sesso, per esempio modificando l’organizzazione delle condizioni e del tempo di lavoro.

Dal 1 gennaio 2022 sarà introdotta la certificazione di parità di genere, che dovrà attestare (tra le altre cose) le misure adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità. Tale certificazione sarà accompagnata da un conseguente meccanismo di premialità, consistente in uno sgravio contributivo fino a 50mila euro all’anno per ciascuna azienda.