Test e verifiche

A scuola con i tamponi salivari, validi anche per il green pass

Francesco Stati

I ragazzi rientrano in aula. Per i più piccoli, analisi anti-Covid su base volontaria. Obiettivo: tracciare i contagi e scongiurare i focolai

Dopo un anno e mezzo di incertezza, oggi si torna a scuola in quasi tutta Italia. Circa quattro milioni di studenti si preparano a sedersi di nuovo tra i banchi, nonostante le difficoltà della pandemia. Per monitorare la diffusione del Covid-19, il ministero effettuerà dei test salivari molecolari, a campione e su base volontaria, per gli alunni nella fascia di età tra i 6 e i 14 anni (elementari e medie). Lo scopo è osservare la diffusione del virus nelle classi, anche nei soggetti asintomatici. L’esperimento verrà ripetuto ogni due settimane: obiettivo, analizzare circa 110mila alunni ogni mese e garantire la didattica in sicurezza.

 

Perché utilizzare questa tipologia di strumento, invece che i tamponi tradizionali? I test salivari sono i meno invasivi per l’individuazione di una positività al Covid-19, una caratteristica che li rende adatti all’utilizzo con soggetti “delicati” come i bambini (oltre che con le persone molto anziane e con chi deve fare test ripetuti per ragioni di lavoro). Inoltre, i test salivari molecolari saranno validi anche per il green pass: lo prevede un emendamento al decreto sul certificato verde, che dopo essere stato approvato dalla Camera dovrà ora essere licenziato dal Senato (scade il 21 settembre). 

 

L’efficacia del test è stata oggetto di dibattito nella comunità scientifica italiana e internazionale. Se sulla versione rapida i pareri sono contrastanti, anche in relazione alla difficoltà di rendere precisa la fase di raccolta del campione (affidata al singolo, in un ambiente non controllato), sulla tipologia molecolare c’è più sicurezza. A confermarne la validità, uno studio dell’Università di Padova pubblicato dalla International Federation of Clinical Chemistry and Laboratory Medicine, che ha comparato questi test con i tamponi molecolari naso-faringei: le due modalità hanno dato lo stesso risultato nel 98 per cento dei casi. Anche all’estero, la validità del test salivare molecolare è stata esaminata in alcuni studi, confluiti in una pubblicazione su JAMA (the Journal of the American Medical Association) del 15 gennaio scorso: la sperimentazione in analisi, che segue gli stessi passaggi di quella italiana, conferma la somiglianza tra tipologia salivare e naso-faringea in termini di sensitività e specificità, oltre che di affidabilità (stimata, in questo caso, all’85 per cento). Gli autori di questa ricerca, inoltre, riportano al 99 per cento la precisione nell’individuare i soggetti negativi al Covid-19 con questa modalità, il tutto con un funzionamento più rapido e meno invasivo del molecolare "classico". 

 

I test salivari nelle scuole avverranno ogni 15 giorni in istituti scolastici scelti dalle autorità sanitarie regionali, d’intesa con gli uffici scolastici regionali, su base provinciale. Inizialmente, i campioni verranno raccolti nella sede scolastica con l’aiuto del personale sanitario, mentre in un secondo momento si darà la precedenza all’autoraccolta da parte delle famiglie (che, nel frattempo, saranno addestrate sulle corrette modalità di prelevamento) che porteranno poi i campioni negli istituti di frequenza dei figli. Con questo sistema, si cerca un approccio capillare, collaborativo, volontario e non invasivo per restituire ai ragazzi di tutta Italia una scuola “normale”, con l’aiuto di tutti.

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