Come le figurine

Il vero business dei videogiochi di calcio

Francesco Stati

Il "nuovo" Pro Evolution Soccer è gratuito: si pagheranno i singoli contenuti. Su Fifa, il fenomeno delle microtransazioni va avanti da più di dieci anni, con guadagni vertiginosi

I videogiochi sul calcio stanno cambiando, alcuni più rapidamente di altri. Da più di vent’anni, Electronic Arts Sports (Ea) e Konami si sfidano con Fifa e Pro Evolution Soccer (Pes), ma da quest’anno il secondo non esiste più. Pes è diventato eFootball, che è lo stesso gioco, ma non è più lo stesso. È distribuito gratuitamente su tutte le piattaforme dal 30 settembre. Una scelta solo apparentemente sorprendente: da diversi anni, infatti, le vendite del gioco giapponese sono in crollo verticale. Dai circa 8 milioni e mezzo di dollari del 2008 (contro i 9 e mezzo di Fifa) si è passati a poco più di mezzo milione (contro i 12 circa del gioco targato Ea), un andamento che ha portato i nipponici a cambiare strategia. 

Come guadagnare, se il gioco è gratuito? Attraverso le microtransazioni: con importi piccoli (dall'euro in su) è possibile comprare oggetti di gioco con cui sfidare altri utenti in rete.

 

Come funzionano le microtransazioni nei videogiochi

Questo strumento ha portato in cima alle classifiche titoli gratuiti di tipo “Battle Royale” (sparatutto tutti contro tutti) come Fortnite e Call of Duty, ma è stato fortemente criticato per la sua somiglianza al gioco d’azzardo. Molto spesso, infatti, a essere acquistati non sono oggetti definiti, ma “pacchetti”, un po’ come le figurine dei calciatori, il cui contenuto è deciso da un algoritmo (loot box). Per ottenere l’oggetto che si desidera potrebbero essere necessarie numerose transazioni, e potrebbero anche non bastare. Dato il giovane pubblico cui sono destinate, diverse associazioni si sono spese per far introdurre limitazioni allo strumento, ma in Italia il tema non è stato approfondito.

 

A sfruttare meglio di chiunque altro questa strategia economica è proprio il principale avversario di eFootbal, Fifa. Non è un caso che Ea abbia introdotto questa modalità innovativa nel suo gioco proprio nell’anno del sorpasso nelle vendite (2008), e la forbice si è allargata progressivamente nel corso del tempo.

 

Fifa vs. eFootball

A saltare all’occhio confrontando i dati relativi ai profitti dell’azienda è l’andamento dei guadagni dei prodotti: se le entrate per la sola piattaforma di gioco sono in calo da diverso tempo (dai circa 18 milioni di dollari del 2015 ai 12 circa del 2019) è soprattutto dalle microtransazioni di Fifa Ultimate Team (Fut) che Ea incassa. Non solo: si può dire che per Fifa i guadagni della vendita del gioco in sé siano perfino trascurabili, se paragonati all’indotto di Fut. Una tendenza in crescita: 1 miliardo e 180 milioni nel 2018, 1 miliardo e 369 milioni nel 2019, 1 miliardo e 491 milioni nel 2020, 1 miliardo e 623 milioni nel 2021. Quest’anno, con l’introduzione delle nuove modalità di gioco previste con Fifa 22 (in uscita il primo ottobre), la cifra è destinata a salire.

Fut si basa su un concetto tanto vecchio quanto innovativo: compri i pacchetti di figurine, ci trovi i giocatori di calcio e gli allenatori, li schieri nel tuo undici ideale e con essi sfidi altre persone online. Nelle bustine è possibile trovare anche oggetti cosmetici (stadi, divise, stemmi calcistici) e di consumo (necessari a giocare, come contratti per allenatori e calciatori, cure per gli infortuni e abilità per modificare il loro comportamento in campo). Non solo: è possibile mettere in vendita doppioni e singoli oggetti/giocatori nel mercato interno al sistema, che funziona con asta o "acquista ora" a un prezzo minimo-massimo calmierato dal sistema. Esistono persino siti specializzati dove, in tempo reale, si può osservare quale calciatore abbia la valutazione di mercato migliore rispetto al giorno precedente: la Piazza Affari delle figurine.

 

Come si acquistano i pacchetti?

Oltre a quelli compresi nelle edizioni tematiche del gioco, ci sono due modi: o attraverso il completamento di partite in rete e sfide periodiche (per esempio, costruire un undici di soli giocatori italiani) o tramite le microtransazioni. Si stima che su Fut l’azienda guadagni oltre duemila dollari al minuto grazie a questo meccanismo. Il fenomeno è inoltre foraggiato attraverso le sponsorizzazioni più disparate da parte di influencer e calciatori, molto spesso coinvolti nelle iniziative di Electronic Arts grazie ad accordi con le squadre più importanti. 

La strada aperta da eFootball è forse l’ultimo tentativo di Konami per raggiungere un rivale che sembra ormai padrone della scena. Gli investimenti per i diritti sportivi in esclusiva, in particolare l’accordo raggiunto con la Juventus, testimoniano la volontà dell’azienda nipponica di non cedere il passo. La chiave, però, sarà il successo delle microtransazioni sul suo nuovo prodotto gratuito contro quelle di una piattaforma che non smette di macinare soldi. Fischio di inizio: il primo ottobre.