Foto Ap, via LaPresse

calcio inglese

Anche Graham Potter paga la costosissima illogicità del Chelsea

Francesco Stati

Dopo Thomas Tuchel, il nuovo presidente del club inglese, Todd Bohely, ha esonerato anche il tecnico che avrebbe dovuto riportare in alto il club. Non basta spendere 634 milioni per vincere

Il Chelsea ha cambiato ancora allenatore. Dopo la cacciata di Thomas Tuchel, anche il subentrante Graham Potter ha dovuto fare le valigie e andarsene da Stamford Bridge. Guardando la sola classifica, l’esonero non pare poi così clamoroso: i londinesi galleggiano in undicesima posizione nonostante i copiosi investimenti estivi, la squadra non gira e manca di nerbo, in stagione sono arrivate tante sconfitte umilianti. A far riflettere, però, è la totale assenza di logica e programmazione nelle scelte della nuova dirigenza Blues.

    

Dopo l’addio forzato di Roman Abramovic, costretto a cedere il club per i suoi legami con il presidente russo Putin e il conseguente congelamento dei suoi beni, il Chelsea è stato acquistato dall’imprenditore americano Todd Bohely per quasi cinque miliardi di euro. Un prezzo alto, giustificato dagli enormi investimenti messi in atto dall’oligarca russo e dalle due Champions League e i tanti titoli vinti sotto la sua egida.

   

Per riaffermarsi ai più alti livelli della Premier League, nelle sessioni di mercato viene messa in piedi una strategia in stile Paris Saint-Germain: decine di giocatori top vengono presi a prezzi altissimi. Tra cessioni, prestiti e acquisti, i Blues spendono 634 milioni di euro per 17 nuovi giocatori (1 portiere, 5 difensori, 5 centrocampisti e ben 6 attaccanti). Alcuni nomi sono di assoluto valore: il campione del mondo Enzo Fernandez (123 milioni), l’asso ucraino Mudryk (71 milioni), l’ex Barcellona Aubameyang (12 milioni) e l’ex City e Liverpool Sterling (54 milioni), oltre al portoghese Joao Felix in prestito oneroso da oltre 11 milioni (stipendio: 286mila euro a settimana).

    

Le spese coinvolgono anche l’area tecnica, e proprio queste sono indicative della gestione ‘scriteriata’ della nuova proprietà. Dopo un inizio di stagione non convincente, Thomas Tuchel inciampa anche all’esordio della Champions League, perdendo 2-0 in casa della Dinamo Zagabria. Uno scivolone capitato a tanti grandi club nel recente passato. Una serata storta che, a un tecnico che due anni prima aveva portato il Chelsea sul tetto d’Europa, potrebbe anche essere perdonata. A Bohely, però, la sconfitta proprio non va giù. La mattina dopo la partita, l’allenatore tedesco viene chiamato dal club per una riunione. “È stato uno shock, erano le 8 del mattino o giù di lì, mi hanno esonerato in cinque minuti”, ha dichiarato il neoallenatore del Bayern. A Fulham road, dopo aver speso oltre 28 milioni per cacciare Tuchel, si decide di investire sul nome nuovo del calcio inglese: Graham Potter. Solo che tra il Chelsea e lui c’è il Brighton, suo club di appartenenza. Per risolvere il ‘problema’, Bohely mette sul piatto 25 milioni di euro che fanno contente tutte le parti in causa.

   

La situazione, però, non migliora. Nei sei mesi di regno Potter, il club sbanda a più riprese e colleziona figure barbine in serie in Premier League. In Champions va un po’ meglio: i Blues sono ai quarti di finale, ma la qualificazione arriva più per prestazioni individuali che per continuità. Il borsino riporta 12 vittorie in 31 partite, il peggiore di qualsiasi tecnico che abbia allenato il Chelsea dal 2000 a oggi. Ma a mancare è soprattutto il gioco: in campionato la squadra registra 29 gol fatti e 30 subiti: City e Arsenal, per dare un’idea, ne hanno segnati rispettivamente 71 e 70; lo ‘sterile’ Tottenham, altra squadra che vive una stagione travagliata, 53.

  

Tuttavia, va riconosciuto che Potter paga colpe non del tutto sue. Sebbene l’inglese non abbia portato a Stamford Bridge l’amalgama necessaria a impastare un capitale umano così pieno di campioni, il Chelsea è stato falcidiato da infortuni in serie (Kanté, James, Thiago Silva e Chilwell) e il mercato è stato costruito più sulle figurine che sulla funzionalità. Il risultato è uno spogliatoio bizzoso e pieno di doppioni che mal si abbinano e difficilmente porteranno alla costruzione di un undici armonioso e dinamico.

   

Il prossimo a raccogliere la sfida, secondo i giornali d’Oltremanica, sarà Julian Naglesmann. Il tedesco, però, potrebbe essere l’ennesimo azzardo di una stagione pazza. Al Bayern, l’allenatore è stato esonerato proprio per la sua incapacità di dialogare con i big dello spogliatoio. Inserirlo nella caotica polveriera del Chelsea, dove alcuni giocatori prendevano in giro Potter chiamandolo “Harry”, come il mago dei libri di J. K. Rowling (lo riporta l’Athletic), potrebbe persino peggiorare una situazione già compromessa.

Di più su questi argomenti: