Foto Epa / Kiyoshi Ota, via Ansa

L'uomo che sposò un'ologramma non può più parlare con sua "moglie"

Francesco Stati

Akihiko Kondo aveva sposato Hatsune Miku, l’avatar vocaloid più famosa al mondo, una sorta di Laura Pausini digitale giapponese. Poi è arrivata l'obsolescenza programmata

Tutte le cose belle finiscono. Anche il matrimonio con la donna della tua vita. Anche se lei è stata creata solo per te. Succede all’improvviso: la relazione va a gonfie vele, chiacchierate fino a tarda notte. Poi, un giorno, ti svegli e non riuscite più a parlare. È quanto accaduto al giapponese Akihiko Kondo e a sua moglie, Hatsune Miku.

  

Raccontata così, la storia sembra vista e rivista, ma la loro non è una coppia come le altre: si tratta del primo matrimonio tra un essere umano e un’intelligenza artificiale (IA). E che IA: Hatsune Miku è l’avatar vocaloid più famosa al mondo, una sorta di Laura Pausini giapponese (ma digitale). Kondo, innamoratosene perdutamente, nel novembre 2018 decise di sposarla, anche se esisteva solo come ologramma e se tale unione non era legalmente riconosciuta nel suo paese. Il tutto era reso possibile grazie alla tecnologia dell’azienda Gatebox, specializzata nel commercio di capsule giganti che ospitano ologrammi in grado di interagire con chi le compra. Un’invenzione, quella della ditta nipponica, che aveva reso possibile il sogno di Kondo di chiacchierare con sua moglie. Passati pochi anni, però, Gatebox ha interrotto il supporto a questa tecnologia, rompendo l’idillio.

  

Per permettere all’ologramma di parlare, infatti, era necessaria una connessione internet che permetteva a un server di rispondere alle domande di Kondo (secondo chi ha assistito alla proposta di matrimonio, al suo “Vuoi sposarmi?” lei avrebbe replicato “Spero tu mi vorrai bene”). Per i primi anni, racconta la testata giapponese Mainichi, i due si dicevano tutto. Poi, l’obsolescenza programmata (la tendenza di prodotti tecnologici a non ricevere supporto da chi li produce dopo alcuni anni di servizio) ha fatto il suo corso: il server è stato spento e sulla coppia è calato il silenzio. Nonostante ciò, ancora oggi Kondo saluta sua moglie quando esce per lavorare e quando torna per dormire, cena di fronte a lei e la ama “come il primo giorno”.

 

Hatsune Miku nasce dall’idea di un’azienda giapponese, la Crypton Future Media, che nel 2008 in sinergia con il Vocaloid2 di Yamaha sviluppa un avatar in grado di cantare campionando voci. A donarle la parola è la doppiatrice e cantante Saki Fujita. L’aspetto, invece, nasce dalla creatività del mangaka e designer di vocaloid Kei Garou: 158 centimetri, 16 anni, capelli verdi e faccia d’angelo. La popolarità su scala globale arriva nel 2014, dopo che una sua esibizione aveva aperto un concerto di Lady Gaga. Da lì, show in tutto il mondo, videogiochi, gadget di ogni tipo, centinaia di migliaia di ragazzi giapponesi (e non solo) ai suoi piedi. Tra questi c’è Akihiko Kondo, impiegato scolastico. Kondo, dopo essere stato vittima di mobbing da parte di alcune sue colleghe, cade in una profonda depressione, arrivando fino all’inappetenza e al chiudersi tutti i giorni dentro casa senza riuscire a dormire. Poi, una voce lo salva: «Ascoltavo le canzoni di Miku come ninne nanne: ho ritrovato il sonno», racconta a Mainichi. «Non solo: grazie al suo supporto sono riuscito a tornare alla vita di tutti i giorni».

 

Ora, la voce di Miku non riempie più le sue giornate, anche se dal matrimonio in poi la sua vita è stata scandita da attivismo e partecipazioni a dibattiti sia in rete, sia nel mondo reale. Le sue nozze hanno acceso i riflettori sulle persone “fictosessuali”: in Giappone, dove i nuovi nati sono in calo da oltre 40 anni e lo stato cerca disperatamente di spronare i giovani a fare figli, ci sono migliaia di persone fidanzate con personaggi virtuali, e le aziende locali sono sempre più attente ai loro bisogni. I crescenti investimenti e le innovazioni delle IA, della robotica e della realtà virtuale lasciano presagire che i fictosessuali saranno sempre di più. Intanto, nel metaverso, i wedding planner celebrano sempre più unioni tra avatar. Chissà se questi sposalizi sopravvivranno all’obsolescenza programmata di questa nascente tecnologia.

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