Milano, il rapper Fre va "Sott'acqua": «Voglio ritrovare la mia anima africana»

Milano, il rapper Fre va "Sott'acqua": «Voglio ritrovare la mia anima africana»

di Ida di Grazia

Con oltre un milione di visualizzazioni su Youtube e con più di un milione di streams su Spotify, grazie a Influencer e Gomorrista, Fre presenta il nuovo singolo, Sott’acqua. Nato a Chieti e cresciuto a Milano con mamma italiana e papà nigeriano, Francis Adesanya, ha lanciato un messaggio di rinascita e speranza. Sott’acqua descrive sensazioni che si provano in questo momento, eppure è nato molto prima della pandemia. Come fa a essere così attuale?

«È un pezzo un po’ malinconico ma vuole dare un messaggio positivo: usciamo fuori da quest’acqua e ricominciamo a vivere. Il distanziamento mi tocca parecchio perché ci stiamo allontanando parecchio come persone. Pur essendo pro social siamo tutti chiusi a casa a chattare e non si esce più e il Covid ha amplificato questa solitudine».

Per la sua generazione non è un discorso strano?

«No, perché quello che vedo ora è solo la caccia estrema del like. Se i social vanno utilizzati con intelligenza allora sono d’accordo».

Lei è un ex campione di basket, come è arrivato al rap?

«L’altezza. Io sono 1,80 e avevo compagni che erano alti 2 metri già a 14 anni. Però non ho mai smesso completamente, è stato un “abbandono tecnico”, ho fatto altre scelte». 

Tipo?

«Per finanziare il mio progetto ho venduto l’auto, bisogna fare sacrifici.

Dal 2017 che ho iniziato a lavorarci seriamente. Mi sono organizzato da casa nella stanzetta, diventata un piccolo centro operativo fatto. Da lì è nata questa traccia che sta andando anche meglio di Influencer».

Qual è la sua urgenza comunicativa? «

«Sono polemico, ma volevo dare un minimo di speranza, perché in fondo dipende da noi. Non possiamo sempre aspettare gli altri. Sta a noi muoverci».

Sta lavorando ad una collaborazione con i Gipsy Kings, come fanno a coincidere questi due mondi così diversi?

«Una delle due tracce è finita e si tratta di Jobi Joba e poi faremo anche Bamboleiro. È stato un caso. Stavo guardando un film su Netflix, a un certo punto sento Jobi Joba e il mio manager mi dice che conosceva il loro manager. Mi butto e gli dico di contattarli, pensavamo dicessero di no e invece hanno detto subito sì e da lì è partito tutto. Grazie a un film brutto è nata una cosa bella».

E quali altre strade vuole prendere?

«Tirare fuori l’Africa che è in me, ci sto provando. Non sono mai stato in Africa, mio nonno è pugliese, mi incuriosisce poter fare altre collaborazioni internazionali e tirare fuori una traccia».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Febbraio 2021, 06:20
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