Scegliere la soluzione giusta per l’applicazione giusta: lo spiega FANUC

FANUC ha in catalogo un ampio ventaglio di soluzioni e di robot, che permette di scegliere la soluzione giusta per l’applicazione giusta. Ma non è sempre immediato capire qual è. Ecco perché l’azienda, insieme all’Università degli Studi di Brescia, ha sviluppato ROI Calculator, un tool online gratuito che aiuta a capire quanto può essere conveniente l’inserimento di un robot nel processo. Riccardo Pati, Product Manager & Business Development Specialist di FANUC Italia, durante il suo intervento ai Robotic Days ci ha raccontato come funziona questo strumento e dei robot collaborativi offerti da FANUC.

FANUC è molto famosa nel mondo della robotica industriale, ma comunque inizierei parlando della vostra gamma e delle soluzioni che offrite.

FANUC è un nome conosciuto nel mondo dell’automazione industriale. È una multinazionale che ha la casa madre in Giappone, con filiali in tutto il mondo, tra cui quella italiana a Lainate. FANUC ha una gamma molto ampia che comprende la robotica di nuova generazione, oltre che altre due importanti linee di business, quella dei controlli numerici e quella delle “robomacchine”, di cui abbiamo tre modelli: ROBODRILL che è un centro di lavoro verticale, ROBOSHOT che è una macchina a iniezione per lo stampaggio 100% elettrica, ROBOCUT che è finalizzata all’elettroerosione.

Abbiamo anche una divisione che si occupa di IoT, monitoraggio dei processi, manutenzione predittiva eccetera. Quello che vogliamo offrire è una gamma completa per l’automazione, che sia pienamente 4.0.

Nel vostro catalogo sono presenti anche i robot collaborativi, con diverse caratteristiche. Quali sono i vantaggi dei vostri cobot e quale valore aggiunto portano a chi li sceglie?

FANUC ha principalmente due linee di robot collaborativi, una più “datata” che è la serie CR e una più “moderna” che è la CRX. I CR sono dei robot industriali equipaggiati con dispositivi e software per rispondere a quei requisiti per i collaborativi; alla base del robot abbiamo un sistema di rilevazione del carico resistente, quindi nel momento in cui c’è l’interferenza con un oggetto il robot lo riconosce attraverso questa cella di acquisizione dati e interrompe il movimento del robot.

Mentre la serie CRX, oltre a presentarsi esteticamente più user-friendly perché ha un profilo molto più smussato e arrotondato, quindi rassicurante per chi ci deve lavorare accanto, possiede in ogni giunto del robot un sensore di rilevazione quindi la reattività del robot di fronte a un’interferenza o una necessità di arresto è più immediata. Il segnale non deve attraversare tutto il braccio fino alla base, ma immediatamente viene riconosciuto e il robot immediatamente interviene arrestando la propria corsa. I collaborativi CRX sono molto più leggeri, quindi hanno anche dei consumi ridotti, più facili da trasportare cosa che ha consentito di posizionarli su semplici banchi mobili che possono autonomi (AMR e AGV) oppure carrelli movimentati manualmente.

Abbiamo sviluppato, inoltre, una cella completa denominata EasyCell, equipaggiata con un basamento per il robot mobile che contiene al suo interno il controllore, sopra è ancorato il cobot che a sua volta può essere spostato di postazione in postazione a seconda del bisogno. Si tratta di una soluzione molto flessibile, consentita dal fatto che il collaborativo non ha bisogno di barriere fisiche intorno a sé per poter lavorare. Di conseguenza, anche gli spazi richiesti sono minori per l’installazione: questo facilita molto chi deve mettere un cobot fra due macchinari, oppure tra un macchinario e un sistema di nastro trasportatore eccetera.

CRX è nato con payload al polso di 10 kg, ma oggi abbiamo espanso la gamma: uno più piccolo da 5 kg, e due più grandi da 20 e 25 kg. L’aumento del payload dimostra che nell’asservimento macchina il cobot inizia a prender piede, per questo è stato necessario dover allargare la gamma a taglie più grandi. Lo sbraccio, invece, parte da poco meno di 1.000 mm fino a 1.889 mm.

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Riccardo Pati, Product Manager & Business Development Specialist di FANUC Italia.

Può raccontarci qualche applicazione in cui vengono utilizzati? C’è un settore in particolare in cui sono particolarmente “in voga”?

Ci sono delle operazioni in cui viene utilizzato maggiormente, per esempio nella manipolazione. FANUC sta spingendo molto sull’asservimento macchine, soprattutto per quelle aziende che hanno esigenza di alta flessibilità, quelle che non hanno tantissime linee, come le PMI, in cui il cobot può essere riutilizzato all’interno della catena di processo più volte. In questo modo si dà la possibilità di automatizzare più fasi del processo, utilizzando un’unica cella.

Ci sono tante altre applicazioni, ovviamente: per esempio soluzioni per la saldatura, dove il cobot partecipa insieme all’operatore nella saldatura di due parti; oppure carico-scarico di nastri trasportatori per la pallettizzazione, dove aiuta l’operatore a intervenire se serve per evitare il carico di oggetti pesanti e migliorare il suo lavoro. Diciamo che il cobot lascia spazio alla creatività, sia dell’integratore sia dell’utilizzatore finale. Al momento credo sia lo strumento più versatile nel mondo della robotica.

Ogni investimento deve essere giustificato da un ritorno economico che deve essere in qualche modo misurato. Insieme all’Università di Brescia, avete sviluppato ROI Calculator, un tool online che permette di calcolare l’impatto operativo e finanziario dell’automazione delle macchine. Può spiegarci come funziona?

Il ROI Calculator è uno strumento online gratuito, perché si è voluto dare una possibilità semplice agli utenti finali o ai system integrator di vedere quali possono essere i vantaggi nell’implementazione di una soluzione robotizzata in asservimento macchina, e quali sono i vantaggi sia in termini operativi che finanziari. È stato creato anche per essere semplice, il software darà sempre all’utente dei suggerimenti sui valori da inserire per esempio. Si tratta di un calcolo rapido: una volta presa dimestichezza con il prodotto, in dieci minuti massimo chiunque può fare una simulazione. Il risultato che si ottiene è preciso, pur essendo una simulazione preliminare: dà un’idea abbastanza precisa di quello che può essere il reale numero finale. Il nostro obiettivo era dare già in mano qualcosa di concreto ai clienti.

Perché quindi utilizzarlo? Dà risposte precise a domande molto comuni: quali benefici porta il robot, quando si inizia a guadagnare e se conviene. La simulazione che si fa attraverso ROI Calculator segue un inter, dove si costruisce uno scenario e si vanno a inserire le caratteristiche più tecniche (numero turni di lavoro, quante ore giornaliere, come è impiegato l’operatore eccetera). Dopodiché si è già in possesso di un primo report, una previsione OPEX che dà gli indici di natura operativa e tutto quello che riguarda il processo, quindi come l’introduzione del robot impatta sul processo. È possibile anche in questa fase sapere il TCO, il Total Cost of Ownership, cioè quanto costa all’ora avere un robot in casa: il ROI Calculator mostra un risultato molto importante per imprenditori e responsabili di processo, perché, partendo da quello, è possibile fare altre analisi di investimento. Dopo aver avuto la previsione OPEX, si inseriscono dei parametri di bilancio, che danno come risultato il report CAPEX, da cui si hanno quattro indici: PBT, IRR, ROI e NPV. A questo punto, si passa alla definizione del processo, quindi bisogna inserire la configurazione (assegnazione, assistenza, tipo di sistema e impianto), l’applicazione (tornitura, manipolazione, assemblaggio eccetera) e i dati tecnici (i parametri di processo fondamentali).

Dopo aver inserito tutti i dati, il software risponde con un robot: pesca dall’offerta di robot antropomorfi FANUC quello che risponde meglio ai requisiti inseriti. Se per caso il robot proposto non soddisfa, il software mette a disposizione altre soluzioni attinenti che possono interessare.

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